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Lost Reality – Fleeting Awareness | Review by Ver Sacrum

di Mrs. Lovett, 29 gennaio 2015

Terzo album per i Lost Reality, band italiana ideata da Garmo e Kaos K, ai quali si è aggiunto recentemente Dom. In attività dal 1996, i nostri si inseriscono nella tradizione synth-pop/new wave, come attesta anche questo Fleeting Awareness, contenente dieci tracce di matrice elettronica, gradevoli e dall’atmosfera malinconica.

Si tratta di sonorità molto legate al sound anni ’80 ma le influenze sono gestite abilmente e con una certa originalità. Apre “On the Moon”, che alterna momenti dal ritmo moderato e dal ‘sapore’ intimista – e la voce di Garmo non è niente male! –  al refrain più pieno ed  arioso: un abbinamento alquanto intrigante. Subito dopo, “What Remains”, che era già presente nell’omonimo album del 2008, propone uno scenario romantico e malinconico, con bei passaggi alla chitarra ed un canto sempre impeccabile (incluse le brevi variazioni ‘robotiche’) e, poi, “Don’t Move” e “Unknown” il cui stile ‘arieggia’ i Depeche Mode più inquieti: ma quest’ultima, soprattutto nella seconda parte, ‘migra’ verso paesaggi ancora più depressi e la chiusa suona appena un filo ‘pomposa’. “If You Want to Change”, uno degli episodi migliori, è un bell’esempio di synth-pop più brioso ma elegante e la successiva “7 p.m” dopo l’esordio in sordina si scatena in un profluvio di suoni liberi, quasi ‘atmosferici’.Non si può non menzionare poi “Lightless box”, già presente nel precedente Roboid 371304, orecchiabile e dal mood ‘sbarazzino’ e la title track, che conclude l’album, fra le più romantiche e ricche di pathos.

Fleeting Awareness si rivela così un disco senza pretese di novità ma piacevole e schietto.

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