Warnemünde, il debut album del duo di Lipsia Gimme Shelter, è una delle prime proposte per il 2015 da parte della Space Race Records. Robert Grolms e Niko Kötzsch, che avevano diffuso il promo “Deep Pink Water” circa cinque anni fa, sono seguaci del ‘verbo’ del synth pop così come ci è stato insegnato dai Depeche Mode e ne presentano una versione appena più ‘temprata’ e germanizzata. I testi oscillano fra il sentimento e l’impegno sociale mentre nella loro musica si alternano momenti melodici e sobriamente ritmati ad altri invece più duri ed influenzati dalla tradizione EBM, così da rivelare differenti stati d’animo.
“Homerun” una delle poche dal testo in inglese, si rifà al filone depechemodiano ‘scodellando’ un motivo gradevole che rimane in testa: niente da dire sulla gestione ‘sapiente’ delle tastiere. In perfetto ‘avvicendamento’, poi, ecco l’elettronica più tosta di “Wenn Du Mich Berührst” che accelera, strizzando l’occhio al dancefloor e, a seguire, “Von Grün zu Schwarz” torna a paesaggi ‘sintetici’ molto accessibili. “It Makes No Sound”, uno degli episodi dall’arrangiamento migliore, sembra un vero e proprio omaggio ai Depeche Mode più malinconici ed umbratili ed anche il canto dai toni introspettivi ricorda decisamente lo stile Gahan e, poi, “Volk 3” ha l’aria del classico ‘divertissement’. Delle rimanenti, valga menzionare la strumentale “Doch Wenn”, in cui suggestive trame elettroniche disegnano cupi scenari, “Die Wiege”, gotica ballata al piano di notevole suggestione e, bypassando il ritmo nervoso di “Hans Mayer”, il cui testo è dedicato ad un professore di letteratura e scrittore che insegnò a Lipsia, la conclusiva title track, che ci proietta sulla riva di un solitario mare (di certo il Baltico) in compagnia di un malinconico piano e di un canto pieno di fervore: una vena romantica che, a mio avviso, potrebbe valer la pena perseguire.