Lost Reality: l’eleganza del suono
by Lunaria
Interessante band italiana che tenta un approccio stilistico elegante e sperimentale all’elettronica di matrice Wave. Vediamo cosa ci raccontano i Lost Reality sul loro nuovo album “Fleeting awareness”!
Per prima cosa, presentatevi ai nostri lettori!
(KEKKO) Un saluto a tutti i lettori, noi siamo i Lost Reality, una band italiana di electro rock/alternative. Attualmente la formazione è composta da Garmo (vocals, keyboard, programmin), Kaos K (bass, guitars) e Dom (synthesizer, guitar, bass).
“Lost Reality”. Perchè questo monicker? Che realtà avete perduto?
(KEKKO) Il monicker ci è stato “suggerito” dalla constatazione della realtà che ci circonda, uno scenario oramai orientato verso il decadimento sistematico di qualsivoglia valore, una realtà persa appunto.
Vorrei che ci presentaste in sintesi la vostra biografia.
(KEKKO) La band nasce nel 1996 ma è solo dopo qualche anno che trova una stabilità definitiva in termini di line-up. In quegli anni abbiamo preso parte ai principali contest italiani, riscuotendo importantissime affermazioni. Tutto ciò ci ha permesso di partecipare, tra le altre cose e per più anni, alle trasmissioni di Rock TV (sala prove, database) e al Rock Tv Tour, uno dei quali in compagnia dei Litfiba. Nel corso degli anni abbiamo avuto l’onore di aprire i concerti per band quali Clan of Xymox e Richie Kotzen. Il nostro primo album, “What Remains”, è stato pubblicato nel 2008 per la label britannica Uk Division Europe Records, nel 2012 è stata la volta del secondo album “Roboid 371304” ed infine, il nuovo “Fleeting awareness” uscito il 19 dicembre per Space Race Records.
La prima cosa che salta all’orecchio è l’estrema emozionalità del suono. Vi definirei “eleganti”; avete un’approccio molto elegante e chic negli arrangiamenti elettronici, che spesso riportano le atmosfere vellutate e soffici degli anni ’80. Voi come vi definireste, per far capire subito ai nostri ascoltatori che genere di elettronica proponete?
(DOM) Come hai ben detto per noi è essenziale la ricerca e l’eleganza del suono. Ad esempio in “Fleeting Awareness” gli strumenti sono accordati a 432Hz, invece che alla frequenza standard di 440Hz. Il risultato é una differenza sottile negli intervalli che é matematicamente più elegante e che molti compositori classici preferivano. Per quanto riguarda il genere, chiaramente quando scrivi o suoni un pezzo viene fuori la tua cultura musicale e nell’album c’è un chiaro richiamo a delle sonorità electro rock ed industrial degli anni ’80 e ’90.
Valutando globalmente il vostro sound, lo definirei multisfaccettato: come ho detto, nella trama musicale delle vostre canzoni si trova un soffice tessuto electro, “arioso”, con una verve molto Rock anni ’90 (qua e là mi avete riportato in mente i primi Placebo; si senta “Lightless box” o “Perfect Passion”) e quasi un’ascesa progressiva alla sperimentazione Wave che lascia il posto a quelle “pause ariose” e leggiadre quasi di matrice shoegaze (“If you want to change”/”7 p.m”) che spesso “esplodono” in un caleidoscopio di energia (la già citata “7 p.m”); le vocals, quasi in contrasto, in particolar modo, tendono ad essere ombrate da un po’ malinconia. Vorrei che ci parlaste meglio della genesi di “Fleeting Awareness”, a cominciare dal processo di songwriting, e poi dai temi affrontati e dal cover artwork, dalla grafica un po’ astratta. Perchè quel cuore inscatolato in un quadrato? Ha un significato particolare, magari in relazione ai temi che trattate nelle songs? Tra l’altro ritengo che il pezzo migliore dell’album sia “What remains”; c’è una malinconia piovosa che cita i primi Cure, col contrasto tra le vocals fredde e robotiche…
(GARMO) “Fleeting awareness” è un album molto intimo, da ascoltare, non è sicuramente un album dance floor. Le influenze che hai citato fanno parte, grazie a Dio, del nostro background, è normale accarezzare la musica che ci ha fatto sognare e crescere. Ma credo che in “Feeling awareness” ci sia la nostra continua voglia di esplorare il più possibile il futuro con qualche pausa, qua e là, per guardare indietro, con un pizzico di malinconia. L’album è una riflessione, un viaggio nella nostra coscienza, attraverso universi differenti. Le canzoni nascono quasi sempre da una riflessione, una riflessione su tutto ciò che possa essere parte dell’infinito e misterioso puzzle che compone la vita. Per quanto riguarda l’artwork, beh, non è un cuore anche se l’idea non è male. È il simbolo del play in un quadrato. Il play è il moto perpetuo di andare avanti oltre i confini delineati, in questo caso, dal quadrato. Nella copertina i simboli vanno avanti e indietro, ma ci sono anche delle scie, delle… curve, simbolo della rottura degli schemi e della scelta di vie alternative è difficili da prendere, in quanto invisibili. Non abbiamo capito ancora come guardare negli altri universi.
Un confronto tra “Roboid 371304″ (il vostro primo album) e “Fleeting Awareness”… punti di riferimento o evoluzione tra un cd e l’altro… e se vi fa piacere potete anche parlarci di questo vostro primo passo. Il titolo è molto futuristico, lascerebbe intendere un’Electro quasi “spaziale” e cibernetica. Come lo vedete a distanza di due anni e in rapporto a “Fleeting Awareness”?
(GARMO) “Roboid 371304”, non è il nostro primo album, ma il secondo, il primo è “What remains” del 2008. Con il passare del tempo, la nostra maturità compositiva e la cura artistica e tecnica del nostro sound è cambiata. Questo cambiamento lo si vede in “Roboid 371304”, in quanto “What Remains” era ancora immaturo, e soprattutto inespresso. In “Fleeting awareness” abbiamo preso due canzoni di quell’album, come l’omonima “What remains” e “Perfect passion”. Abbiamo creduto che forse potessero avere una giusta collocazione con i tempi attuali e con la nostra evoluzione musicale. Abbiamo fatto lo stesso con “Lightless Box”, ed “Among the stars”, che si trovano in “Roboid 371304”. “Roboid 371304” è un album,come hai detto tu, con sonorità spaziali, un po’ più aggressive rispetto a “Fleeting awareness”, e con un tema molto simile ma che vede la vita umana contrapposta ad una forma di vita aliena. Lo abbiamo tenuto poco sul mercato in quanto non avevamo trovato un giusta promozione, così temendo di bruciare le sue potenzialità lo abbiamo momentaneamente sospeso dalle vendite. Siamo in lavorazione con una versione rivisitata con l’inserto di alcuni inediti, e la conversione dell’audio con l’accordatura a 432Hz, la stessa usata anche in “Fleeting Awareness”.
Avete già avuto qualche esperienza live? Avete qualche data o anticipazione da condividere?
(DOM) I Lost Reality hanno una storia di concerti dal vivo lunga e di successo. Nei nostri show cerchiamo di mettere insieme le atmosfere dei nostri pezzi con quel tocco di energia e coinvolgimento che riesci a dare solo quando suoni dal vivo. Al momento stiamo finalizzando due date a Londra a fine Febbraio. L’idea é di suonare il più possibile nel nord Europa nella seconda metà del 2015, visto che la nostra fanbase naturale é li e che la scena sembra offrire più opportunità fuori dall’Italia al momento.
E dal punto di vista dei video?
(GARMO) Abbiamo attualmente in rotazione su youtube un videoclip pazzesco, ed unico nel suo genere, tratto da “Perfect passion” prodotto dalla Gildrome productions. Il 2015 vedrà alla luce altri video tratti da “Fleeting awareness”, dobbiamo decidere con quale esordire, ma ci sono diverse idee in cantiere.
Concludete a vostro piacimento la nostra intervista!
(KEKKO) Ti ringraziamo per l’interesse e per averci dato questa opportunità. Un grazie ed un saluto speciale anche a tutti i lettori. Se volete restare sempre aggiornati sulle nostre attività, consultate il nostro sito web www.lostreality.it oppure la pagina facebook ufficiale www.facebook.com/lostrealityspace